Consecutio temporum

Consecutio temporum

Per Consecutio temporum ( mai ‘consecutio temporis’ come qualcuno dice ) si intende la concordanza dei tempi verbali tra la proposizione principale o ” reggente ” e la proposizione subordinata. Per poter concordare con esattezza i tempi dei verbi, bisogna considerare i seguenti casi:

In dipendenza da un indicativo

Quando la proposizione reggente è all’indicativo, il verbo della proposizione dipendente al congiuntivo si regola secondo il verbo della proposizione reggente, nel modo che segue ( regole della Consecutio temporum ):

Se nella reggente vi è un tempo principale,

( sono tempi principali: Modo Indicativo: presente, perfetto logico, futuro semplice e futuro anteriore. Modo Congiuntivo: presente, perfetto, futuro perifrastico – urus, -a, -um con sim, sis, sit … Sono tempi storici: Modo Indicativo: imperfetto, perfetto storico, piuccheperfetto. Modo Congiuntivo: imperfetto, piuccheperfetto, futuro perifrastico -urus, -a -um con essem, esses, esset … )

nella dipendente si ha:

  1. il presente congiuntivo, se la sua azione è contemporanea a quella della reggente;
  2. il perfetto congiuntivo, se la sua azione è anteriore ( passata ) rispetto a quella della reggente;
  3. la coniugazione perifrastica attiva con sim, sis, sit, se l’azione della dipendente è posteriore ( futura ) rispetto a quella della reggente.

Es. Ignoro ( ignorabo ) quid agas = Non so che cosa tu faccia ( o fai )

Ignoro ( ignorabo ) quid egeris = Non so che cosa tu abbia (hai) fatto

Ignoro ( ignorabo ) quid acturus sis = Non so che cosa tu farai.

Se nella reggente c’è un tempo storico, nella dipendente si ha:

  1. l’imperfetto congiuntivo, se la sua azione è contemporanea a quella della reggente;
  2. il piuccheperfetto congiuntivo, se la sua azione è anteriore rispetto a quella della reggente;
  3. la coniugazione perifrastica attiva con essem, esses, esset, se l’azione della dipendente è posteriore rispetto a quella della reggente.

Es. Ignorabam ( ignoravi ) quid ageres = Non sapevo che cosa tu facessi                                                                                         (facevi).

Ignorabam ( ignoravi ) quid egisses = Non sapevo che cosa tu avessi fatto

Ignorabam ( ignoravi ) quid acturus esses = Non sapevo che cosa tu                                                                                                      avresti fatto.

Dipendenza da imperativi e congiuntivi indipendenti

Qualora la proposizione subordinata al congiuntivo dipenda da un imperativo o da un congiuntivo indipendente, si tenga presente che :

  1. l’imperativo presente o futuro hanno la dipendenza dei tempi principali Cura ut valeas  = Procura di star bene.
  2. i tempi del congiuntivo indipendente hanno il seguente comportamento:
  • il presente congiuntivo, il perfetto potenziale, il perfetto che rende l‘imperativo negativo e quelli derivati dai perfetti logici, tutti equivalenti sostanzialmente a un presente, hanno dopo di sé tempi principali. Es.

          Videamus quid actum sit Brundisii ( Cic.) = Vediamo che cosa si è                                                                                               fatto a Brindisi.

  • l’imperfetto, il perfetto e il piuccheperfetto hanno  dopo sé tempi storici :

Es. Vellem Romae esses  =  Vorrei che tu fossi a Roma.

Utinam dixerit quid sentiret  =  Oh se avesse detto qual è il suo pensiero

 

Consecutio temporum significato

In proposizioni non direttamente dipendenti dalla principale

Una proposizione al congiuntivo può avere la sua reggente non in una principale, ma in una a sua volta dipendente dipendente di primo grado. Essa cioè può dipendere :

  • da una proposizione già al congiuntivo;
  • da una proposizione infinitiva;
  • da un participio, supino, gerundio, ed anche da un aggettivo o sostantivo in cui sia implicita l’idea del verbo.

a) Una proposizione di 2°, dipendente da una di I° grado al congiuntivo, regola il suo verbo, tanto per il tempo quanto per la contemporaneità o meno dell’azione, sul verbo della dipendente di I° grado, nel modo seguente :

  1. il presente congiuntivo e la coniugazione perifrastica attiva con sim hanno dopo di sé tempi principali ;
  2. l’imperfetto, il perfetto, il piuccheperfetto congiuntivo e la coniugazione perifrastica attiva con essem hanno dopo di sé tempi storici.

Guardiamo i seguenti esempi di consecutio temporum :

Exegisti a me ut scriberem ( I° grado ) quemadmodum posset ( 2° grado ) ira leniri ( Sen.) = Hai preteso da me che scrivessi in qual modo si possa mitigare l’ira.

A M. Caepario cum quaesissem ( 2° grado ) quid ageres ( 3° grado ), dixit te in lecto esse ( I° grado ; Cic. ) = Avendo chiesto a Marco Cepario che cosa tu facessi, mi rispose che eri a letto.

Canes aluntur in Capitolio, ut significent ( I° grado ) si fures  venerint ( 2° grado ) ( Cic. ) = Si mantengono cani in Campidoglio, perchè diano il segnale, se si siano avvicinati dei ladri.

Ego vero Lycurgo maximam gratiam habeo, qui me ea poena multaverit ( I° grado )  quam sine mutuatione possem ( 2° grado ) dissolvere ( Cic. ) = Sono molto riconoscente a Licurgo che mi ha condannato a una pena tale, che posso pagare senza ricorrere a prestiti.

b) Una proposizione dipendente da un infinito regola il suo tempo sul verbo della proposizione principale di tutto il periodo, se l’ infinito da cui dipende è presente o futuro ; segue senz’ altro la dipendenza dei tempi storici ( senza riguardo al verbo della proposizione principale ) , se l’ infinito da cui dipende è perfetto.

Osserviamo altri esempi:

Cupio scire quid agas ( Cic. )  =  Desidero sapere che cosa fai.

Constitui ad te venire, ut et viderem te et viserem ( Cic.) =

Ho stabilito di venire da te, per vederti e visitarti.

Aristides quaesisse ab eo dicitur quare id faceret ( Nep. ) =

Si dice che Aristide domandò a lui, perchè facesse ciò.

 

b) Una proposizione dipendente da un participio, supino, gerundio, aggettivo o sostantivo regola il suo tempo sul verbo principale.

Leggiamo gli esempi corrispondenti:

Difficile est dictu, quanto in odio simus apud exteras gentes ( Cic. ) =

È difficile a dirsi in quanta odiosità siamo presso gli stranieri.

Cupidus eram audiendi quid gestum esset ( Cic. ) =

Ero desideroso di udire che cosa fosse stato fatto.

Constitit rex incertus quantum esset hostium ( Liv. ) =

Il re si fermò incerto quanti fossero i nemici.

 

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