Che cosa fecero, chi furono gli Achei, i Micenei, i Cretesi, il re Minosse, quando vissero ?
In questo interessante articolo di Letteratura Greca vi racconto un pò di storia dei nostri antenati che furono i “protagonisti” della civiltà Micenea.
Gli Achei o Micenei sono appunto la popolazione da cui discendiamo.
Cerchiamo di scoprire quindi le nostre origini!

Contemporaneamente a quella dei popoli della Mesopotamia e dell’Egitto si manifestò una grande civiltà anche nell’isola isola di Creta, incrocio di importanti rotte commerciali del Mediterraneo e ponte ideale tra Oriente e Occidente: la civiltà micenea.
Essa fu preceduta dalla cosiddetta cultura “cicladica“, sviluppatasi tra neolitico ed età del bronzo (circa 3200-1750 a.C.) nell’arcipelago delle Cìcladi, il cui nome (dal greco κύκλος cerchio) trae origine dalla sua conformazione fisica.
A un primo periodo di straordinaria fioritura seguì un’improvvisa e, forse, tragica fine. Già dal 1600 a.C. circa, la società cretese (che è detta anche “minoica” dal nome del suo più noto e mitico re, Minosse ) era venuta a contatto con le popolazioni achèe del continente, quelle che poi l’avrebbero sottomessa.
I Cretesi, però, influenzarono profondamente i loro stessi invasori. Dalla civiltà della grande isola egea, infatti, ebbe origine quella acheo-micenea, o civiltà micenea così chiamata dal nome della più importante città achea, Micene, nel Peloponneso che occupa la parte meridionale della Grecia continentale.
Le due civiltà, perciò, sono una la continuazione dell’altra ed è da esse che, come vedremo, si svilupperà in seguito quella greca.
La civiltà Micenea – Il Mito:
I Greci riconoscevano l’origine cretese della loro civiltà artistica e tecnica nel racconto mitico di Dedalo, considerato il primo architetto, scultore e inventore della storia. Egli fu anche il costruttore del palazzo di Minosse e del suo leggendario labirinto, opera, questa, talmente complessa e intricata da confondere chiunque vi fosse penetrato impedendogli di ritrovare l’uscita. Fuggito avventurosamente dall’isola, Dedalo si sarebbe poi stabilito in terra greca praticando e divulgando le proprie arti.
In questo senso anche il progressivo sostituirsi dei Greci ai Cretesi nell’egemonia sui traffici e sui commerci nel Mediterraneo orientale viene spiegato attraverso il mito greco di Teseo.
Infatti, dopo che gli Ateniesi ebbero ucciso uno dei figli di Minosse, invidiosi del fatto che il giovane, partecipando ai giochi che si svolgevano nella città greca, ne aveva vinto tutte le gare, il re cretese organizzò una spedizione militare contro Atene.
Da vincitore pretese che ogni anno la città inviasse a Creta sette fanciulli e sette fanciulle da dare in pasto al Minotauro, un terribile mostro metà uomo e metà toro.
Teseo si unì al gruppo dei giovani da sacrificare e, sbarcato a Creta, con l’aiuto di Dedalo e la complicità di Arianna, la figlia di Minosse, che si era innamorata di lui, riuscì a sopprimere il Minotauro rinchiuso nel labirinto liberando così Atene dal pesante e crudele tributo al quale era costretta.
La storia – Le fonti scritte:
Nell’universo storico della civiltà micenea sono ambientate l’Iliade e l’Odissea, i due grandi poemi omerici, del IX-VIII secolo a.C., dai quali sono state tratte molte informazioni su quell’antica società pre-greca.
L’Iliade (da Ilio o Troia) racconta gli avvenimenti dell’ultimo periodo (cinquanta giorni) dei dieci anni della crudele guerra che gli Achei combatterono contro la città di Troia, in Asia Minore.
Il poema, in realtà, è il frutto di un sovrapporsi di informazioni, derivanti da aggiunte successive di aedi che, prima oralmente, poi in forma scritta hanno tramandato gesta guerresche risalenti alla prima meta del II millennio a.C.
L’Odissea, invece, narra il lungo peregrinare per mare dell’eroe Odìsseo (che i latini hanno chiamato Ulisse) di ritorno da Troia – contro la quale aveva combattuto assieme agli altri Achei – prima di raggiungere la propria isola, Itaca.
Il poema, pur riferendosi a un periodo appena successivo alla distruzione di Troia, tende però a riprodurre la mentalità e l’organizzazione delle istituzioni proprie del tempo in cui visse il suo presunto autore.
Sulla c. d. ” Questione Omerica ” scriverò in un prossimo articolo.
La storia – Gli scavi archeologici:
Fu soprattutto grazie alle scoperte degli archeologi Heinrich Schliemann (1822- 1890) e Sir Arthur John Evans (1851-1941) che dal mito siamo passati alla conoscenza storica.
Schliemann, infatti, da sempre affascinato dai racconti di Omero volle dimostrarne l’attendibilità storica. Nel 1871 iniziò degli scavi nella Troade (Asia Minore) e riportò alla luce la mitica città di Troia sulla collina di Hisarlik, lì dove, lungo la valle del fiume Scamandro, in vista dell’ Ellesponto (l’odierno stretto dei Dardanelli, in Turchia), l’aveva collocata Omero.
I suoi scavi lo condussero successivamente anche a Tirìnto e a Micene dove rinvenne quello che, a suo parere, era il Tesoro di Atreo.
Evans, invece, fu lo scopritore e il restauratore – tra il 1900 e il 1932 – del Palazzo di Cnosso, costruzione talmente grandiosa e intricata da offrire una concreta e straordinaria giustificazione alla leggenda del labirinto.
Al lavoro dell’archeologo inglese nello svelare l’antica civiltà cretese – micenea si aggiunse anche quello dell’italiano Luigi Pernier (1874-1937) che, all’inizio del Novecento, esplorò il Palazzo di Festo e la cosiddetta ‘villa’ di Haghia Triada nella piana della Messara, attraversata dal fiume Jeropotamos.
Seguirono, nel 1915, gli scavi del Palazzo di Mallia, sulla collina Azymo, a opera di Joseph Chatzidakis (1848-1936), e, infine, nel 1960 quelli del Palazzo di Zakro, a seguito di una campagna finanziata dall’americano Leon Pomerance (1907-1988), dopo le infruttuose prime indagini di David George Hogarth (1862-1927), risalenti al 1901.
Informazioni forse decisive potrebbero venirci dalla decifrazione di quella forma di scrittura (la geroglifica) rimasta ancora da interpretare, delle tre che erano in uso sull’isola.

Scritture a Creta
Nel prossimo articolo vi parlerò della civiltà cretese.